Santa Cecilia ha aperto tra gli applausi la stagione sinfonica, celebrando Roma con una scelta molto cinematografica che ha unito i poemi sinfonici della celebre Trilogia di Ottorino Respighi al film documentario di Yuri Ancarani sulle bellezze e i miti antichi e moderni della città. Il direttore Ivàn Fischer ha condotto magnificamente l'orchestra con tutte le sezioni in gran forma e una qualità di suono davvero notevole. Il maestro ungherese, che nelle scorse settimane ha portato l'orchestra dell'Accademia Nazionale con lo stesso repertorio a Budapest nel suo Bridging Europe Festival, è stato acclamato lungamente dal pubblico. Peccato che il coro, diretto dal nuovo maestro Andrea Secchi, si sia soltanto sentito. Nelle due brevi e belle composizioni di Franz Liszt anche queste dedicate alla capitale - O Roma nobilis e Dall'alma Roma - i cantanti sono rimasti fuori campo, comparendo sulle gradinate per l'applauso finale. Successo anche per Ancarani con il suo viaggio per immagini girato l'estate scorsa nei luoghi simbolo di Roma, preceduto dal lungo bianco e nero dei filmati dell'Istituto Luce sulla costruzione di Cinecittà, i maestri e le star del cinema italiano e i kolossal delle grandi produzioni americane. Il regista ravennate ha scelto un cowboy a cavallo per raccontare le meraviglie archeologiche romane, dalle Terme di Caracalla al Tempio di Vesta, al Colosseo fino a Villa Adriana. L'eroe dei film western ha incontrato un soldato della Roma antica, due figure mitiche in un dialogo da moderno film muto con le composizioni di Respighi come colonna sonora. Ispirata alle meraviglie e agli scorci di Roma, la Trilogia del compositore bolognese - vissuto a Roma dal 1913 fino alla morte nel 1936 a soli 56 anni - ha effettivamente una capacità evocativa che si fonde alla perfezione con l'elemento visivo.
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